Regione Emilia Romagna: la mediazione interculturale

 

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Norme di riferimento

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 Norme di riferimento

 
Figura professionale del mediatore interculturale
La Regione Emilia-Romagna, con D.G.R. n. 1576/2004 (Allegato 1) L.R. n. 5/2004 e D.G.R. n. 141/2009 prima e D.G.R. 1372/2010 poi, definisce la figura professionale del mediatore inter-culturale nell'ambito delle qualifiche professionali regionali.

La L.R. n. 5/2004 specifica che le attività di mediazione interculturale contribuiscono a garantire, per i migranti, "pari opportunità di accesso all'abitazione, al lavoro, all'istruzione ed alla formazione professionale, alla conoscenza delle opportunità connesse all'avvio di attività autonome ed imprenditoriali, alle prestazioni sanitarie ed assistenziali […] pari opportunità di tutela giuridica e reinserimento sociale".

La D.G.R. n. 1371/2010 afferma che il mediatore interculturale "è in grado di individuare e veicolare i bisogni dell'utente straniero, assisterlo e facilitarlo ad inserirsi nel paese ospitante, svolgere attività di raccordo tra l'utente e la rete dei servizi presenti sul territorio, promuovere interventi rivolti alla diffusione della interculturalità".


 
Contesti operativi del mediatore interculturale
La normativa regionale colloca il contesto operativo del mediatore interculturale nell'ambito dei servizi educativi e di assistenza sociale, sanitaria, socio-sanitaria. All'atto pratico, i mediatori li troviamo:

Negli sportelli e servizi sociali territoriali: dove operano non solo a favore dei cittadini di origine straniera (accoglienza, orientamento e segretariato sociale) ma anche a supporto di altri uffici (anagrafi, Questure, AUSL) facendo da filtro e front-office per permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, ecc.

Nei servizi sanitari (AUSL, AO, AOU e IOR) servizi Socio-sanitari: assicurando una presenza fissa e/o programmata o su chiamata per pronta traduzione o per mediazione interculturale, in particolare: in ostetricia e ginecologia; nei punti nascita, consultori e Spazi Salute Donne Immigrate; al pronto soccorso; in dietologia; nei dipartimenti di salute mentale e dipendenze patologiche; nei servizi di prevenzione e riduzione del danno, svolti anche dalle unità mobili, in progetti dedicati a sex workers, tossicodipendenti e senza dimora.

Nei servizi educativi: in supporto ai corsi di italiano L2 per adulti, nei percorsi di accoglienza e accompagnamento linguistico per i minori, nelle relazioni tra docenti e genitori. Le prestazioni non sono solo di facilitazione linguistica, ma anche di orientamento ed accompagnamento alla quotidianità della vita scolastica, aiutando a definire patti adulti/genitori-scuola rispetto a: mensa, educazione fisica, trasporto e accompagnamento a scuola dei bambini, compiti, dotazioni tecnologiche personali, colloqui con i genitori, gite scolastiche, ecc.

Nei servizi residenziali e di accoglienza (tra cui Carcere, rifugi per vittime di tratta, CAS e SAI) dove agiscono: facilitazione linguistica e formazione civica; segretariato sociale (in particolare per le pratiche di soggiorno); orientamento ai servizi per il lavoro; accompagnamento ai CPIA, strutture sanitarie, Questure e Prefetture. La figura del mediatore è centrale nei percorsi di denuncia di tratta e sfruttamento sessuale o lavorativo aiutando a far emergere le componenti culturali che possono sottostare a tali sfruttamenti.


 
Modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale
La qualifica regionale di "Mediatore inter-culturale", il cui standard professionale è stato aggiornato con DGR 1372/2010, è di livello EQF 6 e può essere conseguita sia in esito alla partecipazione di corsi erogati da soggetti titolati, sia tramite processo di certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali, secondo quanto previsto dal Sistema regionale di formalizzazione e certificazione e in coerenza con il D.Lgs. 13/2013 e il D.M. 30/06/2015.

Per quanto riguarda i corsi di formazione, le tipologie di durata standard previste (al lordo di eventuali crediti formativi e di competenze già acquisite) sono:

1) 600 ore per persone con esperienza lavorativa non coerente o irrilevante rispetto ai contenuti del percorso

2) 500 ore per persone con esperienza lavorativa non coerente o irrilevante e con titolo di istruzione/formazione coerente rispetto ai contenuti del percorso

3) 300 ore per persone con esperienza lavorativa coerente rispetto ai contenuti del percorso

4) 240 ore per persone occupate con esperienza lavorativa coerente rispetto ai contenuti del percorso (per quest'ultima tipologia non è previsto lo stage).

 

Percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale

Per quanto riguarda i percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale, presso l'Università di Bologna (sede di Forlì) è attivo il corso di laurea triennale in Mediazione linguistica interculturale (Classe di corso L-12 - Mediazione Linguistica), incentrato sugli aspetti linguistici e traduttivi della mediazione.

Presso l'Università di Bologna sono attivi, inoltre: Master (di primo livello) in:

-   Diritti umani, migrazioni, percorsi di inclusione interculturale

-   Educatore nell'accoglienza e inclusione di migranti, richiedenti asilo e rifugiati 

Corso di alta formazione:

-  Pratiche sociali e giuridiche nell'accoglienza ed integrazione dei migranti 

 

 

Progetti dedicati alla mediazione interculturale

Al fine di conoscere meglio le biografie, gli strumenti e le competenze dei protagonisti delle attività di mediazione, nell'aprile 2020 la regione Emilia-Romagna con il con il supporto del progetto europeo FAMI ICare (HOME/2017/AMIF/AG/EMAS/0075), sta realizzando una indagine rivolta a chi, a vario titolo, opera come mediatore interculturale in Emilia-Romagna.

Questa indagine intende aggiornare la conoscenza sugli strumenti e le professionalità degli operatori della mediazione, così da definire nuove modalità che possano continuare ad assicurare prestazioni di qualità, competenze e pari dignità nelle relazioni tra professionisti e i loro utenti.

A tal fine sono in corso di elaborazione le oltre 250 interviste raccolte tramite questionario ad altrettanti mediatori e mediatrici, e gli esiti dei momenti di approfondimento realizzati con committenti e fornitori dei servizi di mediazione. Si prevede di concludere il report della ricerca entro la primavera del 2021 e di pubblicarla su https://sociale.regione.emilia-romagna.it/immigrati-e-stranieri



 Pagina aggiornata al 2 dicembre 2020

 
 
 
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