Regione Veneto: la mediazione interculturale

INDICE
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Norme di riferimento
  
Figura professionale del mediatore interculturale
La Regione Veneto non dispone di una normativa specifica che definisca la figura del mediatore interculturale.
 
Contesti operativi del mediatore interculturale
Ciononostante, il “Programma di iniziative e di interventi in materia di Immigrazione anno 2012” allegato alla D.G.R. n. 1631/2012 individua i contesti operativi: negli uffici pubblici (“Attenzione particolare deve porsi […] all’aggiornamento dei mediatori linguistico-culturali; tali attività mirano a professionalizzare e specializzare le risposte dei servizi all’utenza e rappresentano, in concreto, la capacità del territorio di organizzarsi e attrezzarsi nella gestione dell’impatto del fenomeno immigratorio sui sistemi locali”); nella scuola; nella sanità; nel lavoro (“Al di là del livello di conoscenza linguistica degli studenti immigrati, è utile realizzare programmi didattici, attività para- ed extra-scolastiche con il contributo dei diversi soggetti comunitari, che valorizzino i loro talenti e le loro tradizioni, soprattutto nei primi anni di scuola affinché la vita familiare non sia in contrapposizione con quella sociale. Promuovere una completa inclusione e integrazione dello studente straniero significa, di fatto, promuovere un processo di mediazione culturale ampio ed efficace che coinvolge, per contiguità, i nuclei familiari. Sempre in ambito di mediazione culturale, per l’annualità in corso si intende proseguire nell’azione di valorizzazione dei mediatori linguistico-culturali che operano sul territorio e che nei diversi ambiti - sociale, sanitario, lavorativo, scolastico, familiare - costituiscono fondamentali gangli di contatto tra il cittadino straniero e la società di accoglienza”). Inoltre il Protocollo di Intesa tra il Ministero della Giustizia e la Regione del Veneto dell’8 Aprile 2003, nella sezione Area immigrazione, al fine di garantire la parità di trattamento tra detenuti stranieri ed italiani, prevede l’impegno dei soggetti istituzionali alla “valorizzazione ed agevolazione di progetti di mediazione culturale all’interno degli Istituti Penitenziari”.
 
Modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale
La Regione Veneto non dispone di una normativa specifica che definisca le modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale.
 
Percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale
Per quanto riguarda i percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale, presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia è attivo il corso di laurea triennale in Mediazione Linguistica e Culturale (Scuola di Economia, lingue e imprenditorialità per gli scambi internazionali) incentrato sulla formazione plurilingue. Presso l’università di Padova è attivo l’analogo corso di laurea triennale in Mediazione Linguistica e Culturale (Scuola di Scienze umane, sociali e del patrimonio culturale). Presso la stessa università, il Master di I livello in Studi Interculturali (Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità) è incentrato sull’acquisizione di competenze teoriche e pratiche per operare in ambiti di rilevanza interculturale. Presso l’Università di Verona è attivo il master di II livello in Mediazione Interculturale (Dipartimento di Scienze umanistiche), incentrato sui metodi e le tecniche della mediazione.
 
Progetti dedicati alla mediazione interculturale
La Regione Veneto è finanziatore del progetto sperimentale“MigraMedia”, promosso dalla Provincia di Treviso attraverso il Piano Territoriale sull'Integrazione 2011 (a. s. 2012/2013). Il progetto è finalizzato all'inserimento di un gruppo coordinato di mediatori linguistico culturali presso vari Enti del territorio per agevolare il rapporto dei cittadini stranieri con la Pubblica Amministrazione, ma anche per implementare la rete istituzionale da anni già attiva. L'attività dei mediatori è stata sviluppata in collaborazione con il personale interno delle varie Amministrazioni e ha permesso di migliorare la comunicazione linguistica, la comprensione delle diversità, le modalità di relazione e la gestione della conflittualità, ma soprattutto, essendo svolta dallo stesso operatore/mediatore presso più uffici, ha permesso il trasferimento di buone prassi tra le Pubbliche Amministrazioni e l'implementazione della rete istituzionale tra le stesse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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