Regione Valle d'Aosta: la mediazione interculturale
Norme di riferimento
Figura professionale del mediatore interculturale
La Regione Valle d’Aosta, con D.G.R. n. 2531/2006, definisce la figura professionale del mediatore culturale, riconosciuta nell’ambito delle professioni sociali. Come risulta al capo I della stessa D.G.R., il mediatore culturale è “un operatore sociale, facilitatore della comunicazione, punto di riferimento tra individuo, famiglia, servizi, istituzioni e la comunità che si pone in modo neutrale ed equidistante tra le parti interessate. Il mediatore interculturale, di preferenza immigrato, con competenze socio-educative, una buona conoscenza della lingua e della cultura italiana e della lingua e della cultura dei soggetti cui il servizio è rivolto, capace inoltre di orientarsi sul territorio e di utilizzarne i servizi, rappresenta una risorsa per l’interazione tra gli alunni, le loro famiglie e la scuola, permette un più agevole accesso degli utenti stranieri ai servizi socio-sanitari e, più in generale, facilita i rapporti tra il cittadino immigrato e le istituzioni, in sostanza garantisce la fruizione dei diritti fondamentali”.
Contesti operativi del mediatore interculturale
Per quanto riguarda i contesti operativi, definiti dallo stesso capo I della stessa D.G.R., il mediatore culturale è chiamato a intervenire: in strutture educative e formative (es. scuole, università, centri di formazione professionale), servizi sociali e sanitari, istituzioni ed enti pubblici e privati che annoverano stranieri o che intendono sviluppare un approccio legato all'interculturalità. In mancanza di specifiche indicazioni in tal senso da parte della normativa nazionale, l’esercizio dell’attività di mediazione interculturale in Valle d’Aosta non richiede il possesso di abilitazione professionale, e può essere svolto per conto di cooperative o come lavoro autonomo.
Modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale
Le modalità di conseguimento della qualifica professionale sono definite al Capo 1 “Profilo professionale del mediatore interculturale” della D.G.R. n. 2531/2006, che descrive il percorso formativo individuato per il conseguimento delle conoscenze necessarie al riconoscimento del profilo professionale. Il corso di formazione per mediatori interculturali è di 500 ore, di cui 200 di tirocinio e 300 di teoria, e si articola in diverse aree formative, per ciascuna delle quali sono definite le conoscenze e le capacità minime richieste: gestione dell’attività di mediazione culturale, identificazione dei bisogni specifici e definizione delle caratteristiche di intervento, gestione delle relazioni con beneficiari e contesti, programmazione del servizio di mediazione interculturale, valutazione e miglioramento della qualità del servizio di mediazione, svolgimento della attività di mediazione culturale. Per quanto concerne le attività di mediazione interculturale, la formazione si articola in tre segmenti: supporto linguistico, accompagnamento ed orientamento degli stranieri, supporto agli stranieri e agli attori locali nelle relazioni interculturali. Al termine del percorso formativo è previsto un esame per l'ottenimento della qualifica professionale. Nell’allegato B della D.G.R. n. 1313/2008 è, infine, definito il procedimento di certificazione degli apprendimenti formali, non formali e informali ai fini dell’iscrizione all’elenco regionale dei mediatori interculturali: la norma descrive, tra l’altro, le modalità di richiesta di certificazione, le modalità di raccolta delle evidenze e di messa in trasparenza degli apprendimenti del richiedente, le modalità di valutazione degli apprendimenti e il valore delle certificazioni rilasciate.
Percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale
L’università della Valle d’Aosta non ha, al momento, attivato percorsi universitari specificamente dedicati alla mediazione interculturale.
Progetti dedicati alla mediazione interculturale
Tra i progetti incentrati sulla mediazione interculturale promossi e realizzati a livello provinciale, si segnala il progetto Migrant Friendly Hospitals, dedicato alla mediazione interculturale nell’azienda Usl Valle d’Aosta, del 2008. Inizialmente il Progetto prevedeva la presenza del mediatore interculturale solo presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia per tre mattine alla settimana; successivamente si è ritenuto opportuno garantire la presenza del mediatore a tutti i reparti.
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