Regione Toscana: la mediazione interculturale

 
 
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Figura professionale del mediatore interculturale

La Figura Professionale del mediatore interculturale è stata approvata con il decreto regionale n. 17375 del 31 ottobre 2018.

Dettaglio scheda figura professionale


 
Contesti operativi del mediatore interculturale
L.R. n. 29/2009 definisce i contesti in cui la mediazione culturale deve essere promossa e potenziata, ovvero l'ambito scolastico e un ambito generale di informazione per i cittadini immigrati. Si vedano in particolare l'art. 41 ("La Regione promuove intese con l'ufficio scolastico regionale e con gli enti locali per perseguire i seguenti obiettivi: […] il coordinamento, in collaborazione con gli enti locali, dei servizi di mediazione culturale e linguistica") e l'art. 48 ("La Regione, in collaborazione con gli enti locali e nel rispetto della legislazione statale vigente, promuove il sostegno ed il coordinamento di una rete regionale di sportelli informativi per le  seguenti finalità: a) il supporto ai cittadini stranieri nelle procedure per il rilascio, il rinnovo o la conversione dei titoli di soggiorno, la richiesta di cittadinanza; b) il pieno accesso dei cittadini stranieri alla rete dei servizi territoriali; c) il potenziamento dei servizi di mediazione culturale e interpretariato").

I Piani Sanitari Regionali degli ultimi anni individuano l'esigenza di una ridefinizione dei servizi socio-sanitari, affinché questi possano divenire concretamente capaci di fornire assistenza a una varietà di cittadini/pazienti con diversi background etnici e culturali e che parlano lingue diverse. Specificamente, con D.G.R. n. 1126/2005 è stata istituita una struttura di riferimento sulla mediazione culturale in ambito sanitario - l'Albero della Salute, con l'obiettivo di introdurre e sostenere l'esercizio delle attività di mediazione interculturale nei Servizi socio-sanitari e ottimizzare l'accoglienza e l'orientamento dei migranti all'interno dei servizi stessi. L'Albero della Salute è nato a Prato nel marzo del 2001 da un Protocollo d'Intesa tra Azienda Usl 4, Comune, Provincia, circoscrizione Prato Nord con cofinanziamento Regione Toscana. Dal 2005 diventa Struttura di riferimento per la Mediazione culturale in Sanità della Regione Toscana.

Modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale
Si considera mediatore linguistico-culturale l'operatore che possiede almeno due anni di esperienza professionale comprovata dall'ente datore di lavoro o un certificato di mediazione riconosciuto da un ente sovra territoriale (Regioni, MIUR, Università Pubbliche). In alternativa, si qualifica come mediatore linguistico-culturale l'operatore che ha seguito uno specifico corso di formazione professionale riconosciuto. In ingresso al percorso formativo, oltre al titolo di istruzione previsto, è richiesta la conoscenza di una lingua straniera orale e scritta; per i cittadini comunitari ed extracomunitari di madre-lingua non italiana, è richiesta la conoscenza della lingua italiana orale e scritta a livello B2 del Common Framework of Reference for Language. La formazione di base dovrà afferire alle seguenti macro-aree: fondamenti di diritto dell'immigrazione e protezione internazionale, etno-antropologia, educazione interculturale, psicologia, comunicazione verbale e non verbale, gestione del conflitto, geopolitica, storia contemporanea, teorie e tecniche della mediazione linguistico-culturale. È auspicabile che il percorso formativo di base venga integrato da un successivo percorso universitario specifico

 
Percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale
Per quanto riguarda i percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale, presso l’università per stranieri di Siena è attivo il corso di laurea triennale in Mediazione Linguistica e Culturale, incentrato sulla formazione plurilingue.


 
Progetti dedicati alla mediazione interculturale
La Regione Toscana ha, inoltre, partecipato al progetto interregionale Interventi finalizzati alla qualificazione delle competenze e delle figure professionali operanti nell’Area umanitaria – Operatore/trice di pace e Mediatore/trice interculturale, promosso e avviato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, che ha portato al protocollo di intesa cui hanno aderito anche la Regione Campania, la Regione Marche, la Regione Piemonte, la Regione Umbria, la Regione Sardegna, con il coordinamento tecnico di Tecnostruttura per le Regioni.

Da segnalare il progetto ReSISTo - Rete di Sportelli Informativi per Stranieri in Toscana. Regione e ANCI Toscana hanno firmato nel 2008 un protocollo per aderire alla Rete già esistente a livello nazionale dal 2006, nata da un accordo tra ANCI Nazionale e Ministero dell'Interno per la sperimentazione triennale della rete di sportelli dedicati alla precompilazione elettronica delle domande di rinnovo e rilascio dei permessi di soggiorno.

Tra i progetti provinciali, infine, da segnalare  "C'è posto per te. Strategie di accoglienza e partecipazione attiva", realizzato in provincia di Pisa dall'Unione Valdera con l'obiettivo di facilitare e rendere efficace e costruttivo l'incontro fra cittadini stranieri e Pubblica Amministrazione. Previste 2.000 ore di intervento di mediatori linguistico-interculturali a supporto gli uffici della pubblica amministrazione coinvolti nel progetto. 
 
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