Regione Puglia: la mediazione interculturale

 

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Norme di riferimento

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Norme di riferimento
 
Figura professionale del mediatore interculturale
La Regione Puglia, nell’Avviso pubblico n. 12/2006 per la presentazione di progetti per attività cofinanziate dal FSE, dallo Stato e dalla Regione Puglia (approvato con D.G.R. n. 331/2006, rettificata da Determinazione dirigenziale n. 422/2006), definisce il mediatore culturale come figura professionale “in grado di accompagnare la relazione tra immigrati e contesto socio-economico di riferimento, favorendo la rimozione delle barriere linguistico-culturali, la conoscenza e la valorizzazione delle culture di appartenenza, nonché l’accesso a servizi pubblici e privati. Il mediatore, quasi sempre di etnia non italiana o comunque con un'esperienza di vita
biculturale, collabora con le istituzioni per elaborare strategie che permettano l'integrazione dei cittadini stranieri e offre consulenza alle persone, alle famiglie, alle associazioni di immigrati per l’intermediazione abitativa e lavorativa, per imparare a orientarsi all'interno delle istituzioni e dei servizi. Compito principale del mediatore interculturale è quello di accogliere l’utente immigrato e aiutarlo a muoversi autonomamente nella nuova realtà. Cerca quindi di interpretare i bisogni dell’utente e dare risposte efficaci che permettono al soggetto di comprendere le opportunità offerte dai diversi servizi pubblici presenti sul territorio, la cultura, gli usi e costumi italiani”.
 
Contesti operativi del mediatore interculturale
Per quanto riguarda i contesti operativi, definiti dallo stesso Avviso Pubblico, il mediatore interculturale è chiamato a intervenire nell’ambito dei servizi pubblici e privati di primo contatto (es. accoglienza, sportello sociale, ufficio stranieri, segretariato sociale dei Comuni), delle strutture sanitarie e socio-assistenziali, nelle scuole e nei servizi educativi di base.
 
Modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale
Le modalità di conseguimento della qualifica professionale (riconosciuta dalla Regione) sono definite dallo stesso Avviso Pubblico, che individua percorsi formativi (della durata di 600 ore) incentrati sulla formazione almeno bilingue, sulla legislazione e organizzazione dei servizi socio-sanitari, del lavoro e di formazione e su altre discipline socio-umanistiche (antropologia culturale, sociologia, psicologia).
 
Percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale
Per quanto riguarda i percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale, presso l’università di Bari Aldo Moro è attivo il corso di laurea triennale in Comunicazione linguistica e interculturale (Dipartimento di Lettere Lingue Arti Italianistica e Culture Comparate), il cui piano formativo è incentrato sugli aspetti linguistici, letterari e traduttivi della mediazione. Un analogo corso di laurea triennale (Scienza e tecnica della mediazione linguistica, dipartimento di Studi umanistici) è attivato presso l’università del Salento.
 
Progetti dedicati alla mediazione interculturale
Con D.G.R. n. 912/2012, infine, la Regione Puglia, sulla base di quanto sancito dalla D.G.R. n. 405/2009 – Allegato A (riorganizzazione della rete dei consultori che prevede la presenza di mediatori interculturali in affiancamento all’equipe consultoriale permanente, fissando uno stanziamento di risorse finanziarie destinate alla selezione dei mediatori, al loro inserimento e all’istituzione di una Cabina di regia regionale per il coordinamento delle loro attività sul territorio), ha approvato le linee guida alle ASL per la selezione e la contrattualizzazione dei mediatori interculturali nell’ambito del Progetto Regionale per la Mediazione Interculturale presso i consultori pugliesi. Le attività di mediazione vengono pertanto integrate nel “Welfare di Accesso”, potenziandone la funzionalità e la fruibilità, e garantiscono la sinergia con gli Sportelli per l’integrazione socio-sanitaria-culturale per gli immigrati.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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