Regione Marche: la mediazione interculturale

 

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Norme di riferimento

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Norme di riferimento
 
Figura professionale del mediatore interculturale
La Regione Marche, con D.G.R. n. 129/2016, va a sostituire il D.G.R. n. 242/2010, il quale definisce la figura professionale del mediatore culturale come “operatore sociale che funge da tramite tra la popolazione immigrata e i servizi pubblici di primo contatto per facilitare la comunicazione tra individuo, famiglia e comunità nell’ambito delle azioni volte a promuovere l’integrazione sociale dei cittadini immigrati. Svolge attività di mediazione e di informazione tra i cittadini immigrati e la società di accoglienza favorendo la rimozione delle barriere culturali e linguistiche, la valorizzazione della cultura di appartenenza, promuovendo la cultura dell’accoglienza, l’integrazione socio-economica e la fruizione dei diritti e l’osservanza dei doveri di cittadinanza. Il mediatore interculturale facilita l’espressione dei bisogni dell’utente da un lato e delle caratteristiche, risorse e vincoli del sistema d’offerta dall’altro, propone le prestazioni e le strategie per migliorare l’offerta, collabora con gli Enti/gli operatori dei servizi pubblici e privati affiancandoli nello svolgimento delle loro attività e partecipando alla programmazione, progettazione, realizzazione e valutazione degli interventi”.

Contesti operativi del mediatore interculturale
Per quanto riguarda i contesti operativi, questi sono individuati dalla stessa Deliberazione. Il mediatore interculturale è chiamato a informare e orientare gli utenti dei servizi e a supportare l’attività degli operatori nell’area socio-educativa: servizi sociali, sanitari, della giustizia; istituzioni scolastiche e culturali; servizi per l’inserimento nel mondo del lavoro.
 
Modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale
Le modalità di conseguimento della qualifica professionale sono definite dalla stessa norma, che prevede un corso di 500 ore per il rilascio di un attestato di qualifica di II livello. Il corso è incentrato, oltre che sull’intermediazione linguistica, sull’analisi dei contesti di intervento, sull’attuazione di percorsi individualizzati di accompagnamento, sulla facilitazione dello scambio tra immigrato e operatori, servizi, istituzioni, imprese e sulla progettazione di iniziative e strumenti di integrazione culturale all’interno dei differenti contesti operativi.
 
Percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale
Per quanto riguarda i percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale, presso l’università di Macerata è attivo il corso di laurea triennale in Mediazione linguistica (dipartimento di Studi umanistici), il cui piano formativo è incentrato sugli aspetti linguistici, traduttivi e comunicativi della professione. Presso l’università di Urbino Carlo Bo è invece attivo il corso di laurea specialistica in Gestione delle politiche, dei servizi sociali e della mediazione interculturale (dipartimento di Economia, società e politica), che prevede (al secondo anno) il curriculum in Scienze sociali e multiculturalità, orientato alle problematiche teoriche e operative della società multiculturale, incentrato su discipline storiche, filosofiche e sociologiche.
 
Progetti dedicati alla mediazione interculturale
La Regione Marche ha partecipato al progetto interregionale Interventi finalizzati alla qualificazione delle competenze e delle figure professionali operanti nell’Area umanitaria – Operatore/trice di pace e Mediatore/trice interculturale, promosso e avviato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, che ha portato al protocollo di intesa cui hanno aderito anche la Regione Campania, la Regione Piemonte, la Regione Toscana, la Regione Umbria, la Regione Sardegna, con il coordinamento tecnico di Tecnostruttura per le Regioni.
 
La Regione Marche è partner del progetto Rete interregionale transnazionale per la coesione sociale, l’utilizzo delle risorse professionali nella mediazione interculturale e nella prevenzione, gestione e trasformazione dei conflitti. Il progetto costituisce lo sviluppo di una precedente azione interregionale (“Area umanitaria: operatore di pace e mediatore interculturale”) e ha l’intenzione di raccordare il lavoro sinora finalizzato al riconoscimento della figura del mediatore interculturale. Al progetto aderiscono anche Calabria, Campania, Lazio, Piemonte, Sicilia, Provincia Autonoma di Trento.


  
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