Regione Basilicata: la mediazione interculturale

 

 
Norme di riferimento
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Norme di riferimento
 
Figura professionale del mediatore interculturale
La Basilicata non dispone di una normativa specifica che definisca la figura del mediatore interculturale.
 
Contesti operativi del mediatore interculturale
Ciononostante, la D.G.R. n. 1952/2011, all’allegato A “Programma Regionale Immigrazione 2011”, definisce quali obiettivi dell’azione del mediatore interculturale “informazione, sensibilizzazione e comunicazione istituzionale”. La L.R. n. 13/2016, inoltre, ha istituito il "Registro regionale dei mediatori culturali", al fine di "disporre di soggetti specializzati e in possesso di specifici requisiti per l'erogazione di servizi di mediazione, accompagnamento e orientamento dei cittadini migranti e dei rifugiati, nonché per facilitare i loro rapporti con le istituzioni, pubbliche e private, e l'accesso ai servizi e alle prestazioni in diversi ambiti".
 
Modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale
La Basilicata non dispone, al momento, di una normativa specifica che definisca le modalità di conseguimento della qualifica professionale di mediatore interculturale.
 
Percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale
Per quanto riguarda i percorsi universitari dedicati alla mediazione interculturale, presso l’Università degli Studi della Basilicata, a Potenza, è stato attivato per l’A.A. 2011/2012 il corso di perfezionamento in “Mediazione interculturale” (facoltà di Lettere e filosofia), che prevedeva piani formativi incentrati su laboratori di lingua italiana e di una lingua della comunità europea e su tirocini formativi da svolgersi presso uffici pubblici o altre organizzazioni erogatrici di servizi specifici per gli immigrati.
 
Progetti dedicati alla mediazione interculturale
Tra i progetti incentrati sulla mediazione interculturale promossi e realizzati a livello provinciale, si segnala “S.o.c.i.a.l. S.p.r.e.a.d - Sussidiarietà orizzontale e cittadinanza in ambito locale per stimolare la partecipazione, la rappresentanza e l’autodeterminazione”.
 
 
 
 
 
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