Le comunità migranti in Italia. Rapporti 2018

 

La collana dei Rapporti nazionali sulle principali Comunità straniere, in particolare, trae origine dalla peculiarità del fenomeno migratorio in Italia, estremamente variegato nella geografia delle provenienze e caratterizzato dalla compresenza di quasi 200 diverse nazionalità e dalla netta incidenza di poche di queste sul totale della popolazione straniera: tre quarti dei regolarmente soggiornanti sul territorio sono, infatti, riconducibili unicamente a quindici diverse nazionalità, diverse per percorsi e storia migratoria.

Negli ultimi anni stiamo assistendo a una trasformazione dei flussi migratori, con un calo rilevante degli ingressi per motivi di lavoro, un aumento dei ricongiungimenti familiari, ma anche un incremento degli ingressi legati alla richiesta di una forma di protezione internazionale, ma stiamo anche assistendo alla progressiva stabilizzazione dei migranti di più antico insediamento, con quote sempre più elevate di lungosoggiornanti e un numero elevato di cittadini non comunitari che ogni anno acquisisce la cittadinanza italiana. Queste dinamiche stanno modificando lo scenario complessivo della presenza migrante nel nostro Paese, modificando la geografia delle provenienze: la Nigeria entrata nel 2017 tra le prime 15 comunità per presenze in Italia è oggi al 14° posto, mentre comunità più radicate come la marocchina o l’albanese vedono ridurre il numero di presenze per l’effetto sostitutivo che l’acquisizione di cittadinanza porta con sé.

Fin dalla prima edizione, sono state analizzate le 16 Comunità di cittadinanza extra comunitaria numericamente più rilevanti in termini di presenza regolare sul territorio italiano, che quest’anno sono le seguenti Marocchina, Albanese, Cinese, Ucraina, Indiana, Filippina, Egiziana, Bangladese, Moldava, Pakistana, Tunisina, Senegalese, Srilankese, Nigeriana, Peruviana ed Ecuadoriana.

In apertura dei rapporti un capitolo dedicato all’analisi del quadro delle migrazioni in Italia ed al confronto tra le diverse comunità, relativamente alle principali dimensioni socio-demografiche ed occupazionali. In ogni testo vengono presentate le caratteristiche socio-demografiche della comunità, la presenza dei minori ed i relativi percorsi di istruzione e formazione (compresi i tirocini), l’inserimento occupazionale, le politiche di welfare ed i processi di integrazione. Quest’anno, per la prima volta, viene analizzata la dimensione familiare delle diverse comunità, quale elemento utile a delinearne caratteristiche e coglierne il radicamento territoriale. Viene inoltre per la prima volta analizzato il lavoro in somministrazione.

Anche quest’anno fondamentale è stato il contributo delle Istituzioni ed Enti che hanno messo a disposizione della Direzione Generale dell’immigrazione le informazioni elaborate poi dalla Direzione Transizione - Fasce Vulnerabili di ANPAL Servizi. Un sentito ringraziamento per la consolidata e fattiva collaborazione va quindi all’Istituto Nazionale di Statistica, all’INPS - Coordinamento Generale Statistico Attuariale, al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Direzione Generale per lo Studente, all’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura; alle rappresentanze sindacali CGIL, CISL, UIL e UGL; al CeSPI e alla Divisione Knowledge – Ufficio Studi ed Analisi Statistica di ANPAL Servizi.

Il paragrafo relativo alla cittadinanza economica, inclusione finanziaria e inclusione sociale è stato curato dal Dottor Daniele Frigeri, Direttore dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti.